Perso in Islanda di Sigurgeir Sigurjonsson

// Foto // Foto di Sigurgeir Sigurjonsson // Prefazione di Guðmundur Andri Thorsson // Éditions Forlagið // Pubblicazione: 2002 // 160 pagine // 35 euro //

Fotografare l'Islanda è piuttosto pericoloso. Non per le condizioni atmosferiche (seppur capricciose) o per le irregolarità del territorio (sempre accidentato), ma soprattutto perché il Paese, come altre mete turistiche gettonate, è sovrafotografato, sovraesposto, con la sua quota di aurore boreali, pecore sulle strade e cavalli con il pelo al vento, spiagge nere battute dal vento.

Tutto questo è vero, ma non rispecchia la potenza tellurica che si avverte camminando sui campi di lava, la resistenza che a volte bisogna opporre al vento per avanzare, il rumore degli innumerevoli uccelli che popolano le coste, scoscese o meno.

Le fotografie di Sigurgeir Sigurjonsson si avvicinano alle sensazioni provate in questo contesto, ormai raro, che sfugge all'influenza umana. Grazie alle didascalie, ci permettono anche di orientarci nella profusione di paesaggi e di collegarli alle storie reali e immaginarie di cui sono stati lo sfondo e, il più delle volte, attori decisivi.

"In effetti - scrive Guðmundur Andri Thorsson - fino agli ultimi decenni la storia degli islandesi non è stata altro che una serie ininterrotta di sconfitte per mano delle forze scatenate della natura" e poi ancora: "Di fronte a queste fotografie della natura del suo Paese, l'islandese ammira certamente la sua bellezza, ma da qualche parte dentro di lui giace la consapevolezza che questa natura potrebbe anche rivoltarsi contro di lui ed essergli fatale".